FESTIVAL
Il Festival Racconti Di Altre Danze è stato pensato, creato e diretto dal 2017 ad oggi da Chelo Zoppi e Elena Giannotti.
Il festival racchiude i cuori delle curatrici, due donne appartenenti a differenti generazioni, ma accomunate dalla stessa idea rispetto al ruolo dell’arte contemporanea in generale, e nello specifico, relativo ai loro percorsi artistici e professionali, della danza nella crescita umana e culturale di un territorio. Una visione condivisa che individua nel senso di comunità, nei percorsi che lo favoriscono, uno degli obiettivi fondanti del progetto. Una danza che guarda alla ricerca, all’indagine costante del corpo in relazione al contesto sociale e culturale, una danza colta che al tempo stesso intercetta un pubblico eterogeneo, attraverso modalità di esposizione che si insinuano nel tessuto della città, coinvolgendo i cittadini in modo diretto e attivo. Una scelta che prova a rigenerare i luoghi, ma soprattutto le menti, un’idea di festival che traghetti Livorno verso approdi prestigiosi, inserendosi in itinerari nazionali e internazionali.
Due linee guida di attuazione:
1) spettacolo: creazione, ospitalità e produzione
2) formazione: workshops, incontri e attività per il pubblico
La programmazione tende a integrare e armonizzare diversi livelli artistici e generazionali, volta a suscitare un interesse più diffuso, che coinvolge un pubblico più vasto, non esclusivamente locale, e che crei relazioni tra i fruitori: pubblico informato, gente comune, gruppi di nicchia.
La realizzazione del progetto si attua sia attraverso la programmazione canonica di spettacoli sia attraverso azioni, creazione di contesti e collaborazioni.
Si è intrapreso un processo di integrazione tra danza/azioni coreografiche, ARTE/ARCHITETTURA con progetti di rigenerazione urbana e audience development nei quartieri Nord di Livorno, aree depresse e crogioli di disagio sociale, con l’obiettivo di creare spazio, aprire lo sguardo, regalare respiri rigeneranti, ma anche delineare un luogo fisico, inaspettato e fluido, significativo, che accolga le identità multiformi, capace di insinuarsi nella percezione quotidiana del vivere, che scandisca il tempo della sosta, che permetta l’affacciarsi alla visione della danza.
Il festival per vocazione accoglie le Danze che abitano e rigenerano i linguaggi del corpo e della performance contemporanea. La direzione artistica guarda ad attivare a Livorno un ‘Luogo-Teatro’ che accolga e favorisca nuovi rapporti tra spettatore e artista, tra arte e arte.
Racconti Di Altri Danze Festival was conceived, created and directed from its first edition in 2017 by Chelo Zoppi and Elena Giannotti. The festival contains the hearts of the curators, two women belonging to different generations, but united by common idea regarding the role of contemporary art , specifically of dance, in the human and cultural growth of a territory. A shared vision that identifies as one of the founding objectives of the project the sense of community and the paths that favor it. A dance that looks at research, the constant investigation of the body in relation to the social and cultural context, a dance that at the same time intercepts a heterogeneous audience, through ways of exposure that engrave themselves into the fabric of the city, involving citizens in a direct and active way.
Two guidelines: 1) creation, hospitality and production 2) workshops, meetings and activities for the audience.
The programming tends to integrate different artistic and generational levels, aimed at arousing a more widespread interest, which involves wider audiencec, not exclusively local, and which creates relationships The realization of the project is implemented both through the canonical programming of shows and through actions, creation of contexts and collaborations. A process of integration between dance/choreographic actions, ART/ARCHITECTURE was undertaken with urban regeneration and audience development projects in the Northern districts of Livorno, depressed areas and crucibles of social hardship, with the aim of creating space, opening the gaze, giving regenerating breaths, but also outlining a physical place, unexpected and fluid, significant, which welcomes multifaceted identities, capable of insinuating itself into the daily perception of life, which marks the time of pause, which allows the vision of dance to emerge. The festival by vocation welcomes the Dances that inhabit and regenerate the languages of the body and contemporary performance. The artistic direction seeks to activate a 'Place-Theatre' in Livorno that welcomes and encourages new relationships between spectator and artist, between art and art.